I fanghi di depurazione prodotti dai processi chimico-fisici rappresentano un aspetto fondamentale nel trattamento avanzato delle acque reflue, specialmente in contesti industriali.
Questi processi sono infatti essenziali per rimuovere efficacemente una vasta gamma di inquinanti, spesso presenti in concentrazioni elevate nelle acque reflue provenienti da industrie e dagli scarichi urbani. Possono infatti essere utilizzati anche negli impianti di trattamento comunali dove è necessario rimuovere inquinanti specifici o quando le caratteristiche delle acque reflue urbane richiedono un trattamento più intensivo oltre ai metodi biologici tradizionali.
Vediamo nel dettaglio cosa sono i fanghi da depurazione, cosa contengono e come si formano.
I fanghi da depurazione sono materiali semi-solidi o solidi che si formano durante il trattamento chimico-fisico delle acque reflue: sono infatti il risultato delle reazioni chimiche tra gli inquinanti presenti nelle acque reflue e i reagenti chimici utilizzati nel processo di depurazione. Questi fanghi si ottengono attraverso reazioni chimico-fisiche: alle acque reflue vengono aggiunte sostanze come coagulanti e flocculanti che reagiscono portando alla precipitazione, coagulazione o flocculazione degli inquinanti, che quindi si aggregano e formano fanghi. Attraverso l’utilizzo di appositi sedimentatori pacchi lamellari è possibile decantare i fanghi e migliorare la resa degli impianti.
La scelta dei reagenti chimici, i relativi dosaggi e i tempi di reazione devono essere attentamente calcolati per ottenere il corretto dimensionamento del processo depurativo.
In ASPEL, prima di iniziare il trattamento, facciamo dei test sui campioni di acque reflue, che ci permettono di identificare le condizioni di processo più efficaci e di selezionare le soluzioni impiantistiche ottimali per ogni specifica situazione. Attraverso l'analisi accurata dei reflui, possiamo determinare la strategia di trattamento più appropriata, bilanciando efficacia e sostenibilità.
Nel nostro servizio di consulenza ambientale per le industrie, siamo infatti supportati da un laboratorio moderno e attrezzato, dove analizziamo con rapidità i campioni di acque reflue. Questo ci permette di offrire risposte veloci e dettagliate, garantendo che il trattamento delle acque reflue sia perfettamente calibrato in base alle esigenze specifiche di ogni cliente.
I fanghi da depurazione chimico-fisica possono avere una composizione variabile a seconda dell'origine delle acque reflue e del tipo di trattamento impiegato. Possono contenere:
Precipitati chimici: formatisi quando i reagenti chimici aggiunti (come coagulanti e flocculanti) reagiscono con gli inquinanti, causando la loro precipitazione o aggregazione.
I fanghi attivi rappresentano un elemento fondamentale nel trattamento biologico delle acque reflue. Si tratta di una sospensione acquosa ricca di biomassa attiva, costituita da una varietà di microrganismi quali batteri saprofiti, protozoi, amebe e rotiferi che svolgono un ruolo cruciale nel degradare e trasformare gli inquinanti organici presenti nell'acqua.
A differenza dei fanghi prodotti dai processi chimico-fisici, i fanghi attivi sono direttamente coinvolti nel processo biologico di depurazione. Il trattamento a fanghi attivi si basa su sistemi di ossidazione biologica, dove il metabolismo dei microrganismi è sfruttato per purificare l'acqua. Questi sistemi sono progettati per ottimizzare le condizioni in cui questi microrganismi vivono e lavorano, garantendo un'efficace rimozione delle sostanze inquinanti.
Mentre il trattamento chimico-fisico offre vantaggi significativi in certi contesti, soprattutto nel trattamento di specifiche acque reflue industriali, il trattamento a fanghi attivi si distingue per la sua capacità di trattare un'ampia gamma di inquinanti organici in modo ecologico ed efficiente. La scelta dei metodi di trattamento dipende quindi dalle caratteristiche specifiche delle acque reflue e dalle esigenze dell'impianto. In ASPEL siamo in grado di progettare impianti per il trattamento delle acque che integrano questi due approcci per ottimizzare il processo di depurazione.
Una volta che le sostanze inquinanti sono state concentrate e trasformate in precipitati chimici possono subire ulteriori processi come il processo di ispessimento, al fine di ridurre il volume e facilitarne lo smaltimento. Questo processo può essere eseguito attraverso la tecnica dei sacchi drenanti, che permettono all'acqua in eccesso nei fanghi di fuoriuscire, lasciando un materiale più concentrato e meno umido o con sistemi di disidratazione, nei quali vengono utilizzati filtri pressa o ispessitori dinamici che applicano pressione o forze meccaniche per estrarre ulteriormente l'acqua dai fanghi.
I fanghi dei depuratori, dopo essere stati trattati e ispessiti come descritto, possono avere diverse destinazioni finali, in base alle loro caratteristiche, alle normative ambientali e alle opzioni di smaltimento o riutilizzo disponibili. Ad esempio possono finire in discariche specializzate, possono essere utilizzati in agricoltura, possono subire ulteriori processi per il recupero di materiale come i metalli o i fanghi o possono essere riutilizzati in progetti di bonifica. L'obiettivo è gestire questi materiali in modo responsabile per minimizzare l'impatto ambientale e valorizzarli come risorsa, quando possibile.
Se desideri maggiori informazioni sugli impianti di depurazione chimico-fisico e sui fanghi da depurazione, contattaci! I nostri consulenti sono a disposizione!